Fulvio Terzappi

venerdì, maggio 05, 2006

CORREVA L'ANNO:


1989.Per sopportare l'estate, la radio ci regala in ordine sparso: Salvi Francesco, Jovanotti, il Vasco di Liberi Liberi e i Roxette (e un altro duo: i Milli Vanilli, la cui storia, ancor più misteriosa, merita un capitolo a parte).
Poi è Autunno, e nessuno lancerebbe sul mercato un ballo latino. Nessuno tranne loro. I francesi Kaoma.
Il ballo è braziliano,o forse boliviano. Prende il nome da un termine portoghese"Lambada", di origine misteriosa e sembra faccia riferimento al movimento della frusta.
Tutti la cantano senza sapere le parole, tutti la vorrebbero ballare. Pochi - veramente- lo fanno. Se esistessero i cellulari e le suonerie polifoniche sarebbe l'invasione di:
"Chorando se foi quem um dia so me fez chorar
Chorando se foi quem um dia so me fez chorar"
A Febbraio sono al Festival di SanRemo, fanno da spalla all'ennesima partecipazione di Anna Oxa. Il festival, presentato da Jonny Dorelli e Gabriella Carlucci lo vincono i Pooh di "Uomini soli".
Qualche mese dopo, Giandomenico Curi ne fa un film, anticipando di pochi mesi due produzioni USA "Lambada" e "the forbidden dance". Parla dei mille modi in cui la Lambada può entrare nella vita di un uomo e cambiarla. La critica -ovviamente- lo stronca.
"Di brasiliano il film ne ha quanto una serata in un night di Montecatini." (Giovanni Bogani, 'La Nazione', 25 Marzo 1990)
L'estate seguente i villaggi turistici non ne possono fare a meno, preannunciandone così la fine.

Poi più nulla. Nel web non ve n'è traccia.
Per Paolo Mieli "i Kaoma sono stati alla musica del 1989 come Mastella starà al governo Prodi".
Correva l'anno 1989.